lunedì 3 giugno 2024

La distanza tragica

L'Antigone di Sofocle è un esempio della capacità della tragedia greca di raccontare storie che continuano ad avere senso, nel tempo e nello spazio, al di là del momento e del luogo nel quale sono state concepite e rappresentate per la prima volta.

E a rendere conto delle circostanze che hanno dato ad Antigone questa capacità sta il ricordo di una consuetudine, per non dire una vera e propria regola in materia di teatro, che gli ateniesi consideravano fondamentale.

La “distanza tragica”, come è abitualmente chiamata quella regola, veniva ricondotta a una disavventura occorsa a Frinico, uno dei primi poeti tragici, che nel 492 avanti Cristo, si diceva, aveva messo in scena la presa di Mileto da parte dei Persiani, avvenuta due anni prima, nel 494, assistendo alla quale il pubblico, in lacrime, era caduto in un tale stato di disperazione che Frinico era stato punito e condannato a pagare una pesantissima multa. 

Legata alla imprescindibile funzione educativa del teatro di indurre il pubblico a riflettere sui problemi della polis, la ‘’distanza tragica’’ consisteva nel rispettare l'idea che il teatro svolgesse questa funzione, ma senza portare in scena eventi della contemporaneità. Le trame tragiche dovevano farvi riferimento, ma in modo mediato e indiretto, collocando i fatti nel tempo del mito, per definizione fuori del tempo: era questo quel che rendeva le tragedie attuali nel momento in cui andavano in scena e che la rende ancora tali. 

Eva Cantarella - Contro Antigone

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