mercoledì 30 dicembre 2015

Homo videns

Appunti di lavoro tratti da
Homo videns di Giovanni Sartori

La tesi forte su cui è costruito il libro di Sartori è che "la televisione modifica radicalmente (impoverendolo) l'apparato cognitivo dell'homo sapiens."

Profezie che si autodistruggono, abbastanza nere da spaventare e da indurre a provvedere.

Se prevale il visibile sull'intelligibile il rischio è che si arrivi a vedere senza capire (se l'homo sapiens si trasforma in homo videns).

Del resto per pensare non è necessario vedere. Il troppo vedere, dunque, potrebbe essere d'ostacolo al pensare.

"L'informazione, invece di trasformare la massa in energia, produce ancor più massa" - Baudrillard.

Se vivere diventa prevalentemente 'ammazzare il tempo'. È il rischio che si corre quando siamo davanti alla televisione o a un qualunque video (telefonino, tablet, computer).

Homo sapiens: così Linneo classificava la specie umana nel suo Sistema della natura (1758). La specie umana appartiene al genere dei primati.

Cassirer definisce l'uomo un 'animale simbolico'. La definizione di Cassirer è più completa rispetto alla definizione aristotelica ('animale razionale'), perché comprende al suo interno anche il linguaggio dell'immaginazione poetica che dà voce alla sfera dei sentimenti, alla sfera emotivo-affettiva che il termine 'ragione' (da cui razionale) non contiene.

L'espressione animale simbolico comprende al suo interno tutte le forme della vita culturale dell'uomo.

Oggi parliamo di linguaggi al plurale (linguaggio del corpo, linguaggio del cinema, linguaggio delle arti figurative...)

Il linguaggio animale è fatto di segnali, quello umano è fatto prevalentemente di simboli.

La discontinuità è data dalla parola di cui l'uomo dispone e l'animale no.

Ghelen ne individua un'altra: "all'animale resta nascosto ciò che non deve venire alla percezione come vitalmente importante, come invece è il caso di segnali che indicano il nemico, la preda, l'altro sesso... L'uomo, invece è esposto a una inondatio di eccitazioni, a una ricchezza del percepibile."

"Leggere e avere qualcosa da leggere, era sino alla fine del Quattrocento privilegio di pochissimi dotti. L'homo sapiens che moltiplica il proprio sapere è dunque il cosiddetto uomo di Gutemberg... Con Gutemberg la trasmissione scritta della cultura diventa potenzialmente accessibile a tutti".

La radio abbatte le distanze, la comunicazione si fa immediata e ubiqua.

"La radio fu il primo formidabile diffusore di comunicazione; ma un diffusore che non intacca la natura simbolica dell'uomo".

La rottura avviene alla metà del nostro secolo con la televisione.

Televisione significa 'vedere da lontano'. Il vedere prevale sul parlare. La voce di chi parla in televisione è secondaria, poiché è in funzione dell'immagine, commenta l'immagine.

Le immagini contano più delle parole.

"Mentre la capacità simbolica distanzia l'homo sapiens dall'animale, il vedere lo riavvicina alle sue capacità ancestrali, al genere di cui l'homo sapiens è specie."

La televisione ci permette di vedere tutto senza andarlo a vedere.

"La televisione non è soltanto uno strumento di comunicazione; è anche, al tempo stesso paideia, uno strumento 'antropogenetico', un medium che genera un nuovo anthropos, un nuovo tipo di essere umano."

La digitalizzazione è un formidabile strumento di scomposizione-ricomposizione che frammenta tutto. Per l'uomo digitale non c'è realtà che tenga, tutto può essere scomposto e ricomposto in mille e mille modi.

C'è progresso e progresso. Se progredire significa semplicemente 'andare avanti', si può anche andare avanti regredendo, cioè peggiorando la nostra condizione, invece di migliorarla.

La parola casa, essendo una parola concreta, si può in qualche modo vedere; la parola libertà, essendo una parola astratta, non si può vedere, si può però rappresentare il suo concetto con un'immagine.

"Tutta la nostra capacità di gestire la realtà nella quale viviamo si impernia esclusivamente su un pensare per concetti."

"L'idea, scriveva Kant, è "un concetto necessario della ragione al quale non può essere dato nei sensi alcun oggetto adeguato".

Pertanto quel che noi concretamente vediamo o percepiamo non produce idee, ma si inserisce in idee (o concetti) che lo inquadrano e significano. E questo è il processo che viene atrofizzato quando l'homo sapiens viene soppiantato dall'homo videns."

L'impostazione gnoseologica di Kant è diventata la base su cui successivamente è stata elaborata la 'psicologia della Gestalt' dalla quale "abbiamo appreso - sperimentalmente - che le nostre percezioni non sono mai riflessi o calchi immediati di quel che osserviamo, ma ricostruzioni mentali "incorniciate" dell'osservato."

Sbagli di previsione tecnica:

"Poincarè riteneva impossibile nel 1905 che le onde radio si propagassero oltre i trecento chilometri, proprio mentre Marconi era in procinto di far arrivare il suo segnale radio dalla Cornovaglia in Inghilterra a Terranova in Canada. Anche Hertz, lo scopritore delle onde radio, negò per tutta la vita la possibilità di un telefono senza fili"

L'aspetto debole della televisione, almeno fino a qualche anno fa, è di essere "generalista", nel senso di non fornire prodotti abbastanza differenziati. La televisione deve fornire prodotti di massa, capaci di raggiungere larghi pubblici.

Internet fornisce invece prodotti su misura. Ma anche la televisione oramai si sta frammentando, sta diventando anch'essa capace di fornire prodotti di nicchia

Al 'vedere passivo' di chi preferisce la televisione si contrappone il 'vedere attivo' di chi preferisce le navigazioni cibernetiche

In uno dei suoi commentari sull'Inferno di Dante, T.S.Eliot lo descriveva come un luogo nel quale nulla si connette con nulla.

Nessun commento:

Posta un commento