lunedì 20 maggio 2024

Le parole della chimica

“Nel 1875, fu scoperto un elemento che aveva esattamente le stesse caratteristiche dell’eka-alluminio predette da Mendeleev. Peso atomico, ovviamente, compreso.

Lo scopritore, il francese Lecoq, ignorò il suggerimento battesimale di Mendeleev e con notevole senso di autarchia chiamò l'elemento ”Gallio” (Gallium), dalla latinizzazione del proprio cognome: coq, in francese, significa appunto “gallo”. Il tedesco Winkler, che nel 1886 scoprì l'altro elemento che mancava, credette erroneamente che l’odioso collega mangiarane (che si era permesso di batterlo nella corsa al riempimento delle caselle bianche) avesse così chiamato l'elemento per onorare la propria madrepatria, che in tempi remoti, quando ancora vi abitava Asterix, era nominata Gallia; indi, per lavare l'onta e con buona pace di Mendeleev e dei suoi nomi, battezzò l'elemento “Germanio”, inserendosi così nella gloriosa tradizione di dare i nomi agli elementi della tavola periodica con un criterio preciso, e cioè a cavolo. Ci sono elementi che devono il proprio nome alla loro genesi, come l'ossigeno, “generato dagli acidi”. Altri vengono individuati in base alle loro proprietà, come l'azoto (azote, “il senza vita”, perché in un ambiente saturo di azoto gli animali muoiono) o il bromo (“il puzzolente”, chi lo ha odorato lo sa). Altri ancora, come il nichel e il cobalto, devono la loro genesi alla stizza dei minatori che, cercando l'argento, venivano ingannati dai minerali di questi metalli che sembravano argento, ma che non lo erano, fondevano male e non potevano venire forgiati, e credevano che questi metalli venissero messi lì per scherzo dai niccoli e dai coboldi, folletti malvagi delle mitologiche miniere germaniche. 

La tavola periodica, intanto, continua ad espandersi e, da qualche anno a questa parte, è invece invalsa la tradizione di dedicare gli elementi di nuova scoperta agli scienziati che hanno reso possibile la ricerca in questo campo, a partire dal curio (in onore di Pierre e Marie Curie) o ai laboratori in cui sono stati trovati (come il berkelio, in onore al laboratorio di Berkeley).” 


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