Annotazioni, spunti, frammenti, giochi... per riappropriarsi del gesto di scrivere, per aprirsi alla plasticità della parola, per rendere la mente più attiva e creativa.
lunedì 2 giugno 2014
Funambolo
7 agosto 1974. A quattrocento metri d'altezza, in equilibrio su un cavo teso tra le due torri del World Trade Center di New York c'è Philippe Petit. Professione: funambolo. Ma anche giocoliere, mago, uomo di teatro, scrittore.
"La creatività è importante per la vita umana quanto il pane e l'acqua"
"Non possiamo vivere con le spalle curve e gli occhi bassi, rassegnandoci a una vita monotona. Abbiamo bisogno di guardare il cielo e le stelle, di sognare, inventare, improvvisare. La creatività quindi ci è necessaria come l'aria. E per essere creativi occorre innanzitutto sfruttare a fondo i propri sensi, evitando che si atrofizzino in questa nostra vita quotidiana dominata dalla ripetizione e dalle tecnologie"
"...un viaggio creativo comincia sempre sbarazzandosi di vincoli e regole precostituite. La vera creatività implica sempre una dimensione ribelle e trasgressiva, nasce da una passione che non chiede il permesso a nessuno".
Come quando ha camminato sul cavo tra le Torri gemelle di New York...
"Non chiesi l'autorizzazione, perché sapevo che non me l'avrebbero mai data. E infatti poi mi hanno arrestato. Quando si ha un'idea creativa, occorre assecondarla pienamente, senza farsi imbrigliare dalla burocrazia e dai regolamenti. Altrimenti si finisce per dimenticare l'importanza del gesto iniziale che consiste proprio nel lanciarsi a fondo nella realizzazione di un sogno. Non bisogna mai farsi influenzare dal mondo esterno, che quasi sempre si schiera contro la novità, preferendo la sicurezza del già noto. Se si vuole essere creativi, occorre mettersi in gioco, anche a costo di farsi un po' male"
"La creatività esplora territori - reali o metaforici - in cui nessun altro si è mai avventurato prima, di conseguenza corre sempre qualche rischio. Naturalmente parlo di rischi artistici o intellettuali. Per quanto riguarda il rischio fisico, faccio sempre di tutto per evitarlo. Nel lavoro di funambolo, tutta la fase di preparazione è finalizzata a evitare qualsiasi rischio fisico".
"... La creatività ci trasforma in esploratori e conquistatori, ci spinge ad affrontare apertamente la vita. Una volta lasciati gli ormeggi, non bisogna più pensare di tornare indietro. Il primo passo è un momento di non ritorno, implica la consapevolezza del viaggio che abbiamo appena intrapreso, che certo può essere incerto e rischioso, ma anche ricco di meraviglie e promesse. Naturalmente ci sono molti modi di fare il primo passo: a volte può anche essere semplicemente il fatto di prendere in mano una matita o un cacciavite, lasciandosi andare alla complessa alchimia della passione creatrice".
"Il gesto creativo implica un processo di apprendimento che ha bisogno di un metodo, di strumenti, di regole e allenamenti. Capisco che ciò possa sembrare contraddittorio, ma io sono fatto così. La mia creatività è sempre un percorso che va dal caos all'ordine. Quando ho una nuova idea, all'inizio mi ritrovo sommerso da una grande quantità d'intuizioni, ipotesi, opzioni e possibilità che si muovono in tutte le direzioni. Poi, a poco a poco, riesco a mettere ordine in quella confusione, dando al progetto una direzione e contorni sempre più precisi. Naturalmente, accanto al metodo, nel processo creativo agisce anche una certa dose di casualità, d'imprevisto e d'improvvisazione...
"Non si nasce creativi, lo si diventa attraverso quello che si fa e il modo di guardare la vita. Certo contano anche il contesto, la famiglia, la scuola, la realtà in cui si vive, ma più di tutto conta la nostra soggettività. Abbiamo tutti un potenziale creativo, che però deve essere liberato, sviluppato e aiutato ad esprimersi. Chiunque può essere creativo".
Da un'intervista di Fabio Gambaro a Philippe Petit
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