martedì 30 aprile 2024

Al Palazzo dei Comunisti

Mia mamma Antonietta si ferma davanti al Palazzo dei comunisti a via Medina, dove siamo già stati l'altra volta. Ha detto Maddalena che dobbiamo farci segnare nell'elenco delle creature dei treni. Al primo piano troviamo tre giovinotti e due signorine. Le signorine, come ci vedono, ci portano in una stanza con una scrivania e una bandiera rossa dietro. Ci fanno sedere e ci chiedono un sacco di cose. Una parla e una scrive sopra un foglio. Alla fine, quella che parla prende una caramella da un cofanetto e me la dà. Quella che scrive invece poggia un foglio sul tavolo, davanti a mia mamma, che non capisce. Allora le mette una penna in mano e dice che deve firmare. E mia mamma niente. Io scarto la caramella e il profumo di limone mi pizzica il naso. Le caramelle non è che me le mangio tutti i giorni.

Dalla stanza a fianco arrivano le grida dei tre giovinotti. Le signorine si guardano senza parlare, perché si vede che sono abituate e non ci possono fare proprio niente. Intanto mia mamma Antonietta rimane con la penna in mano, con la mano appesa e con il foglio davanti. Io chiedo perché nell'altra stanza stanno alluccando in quella maniera. Quella che prima scriveva resta zitta. Quell'altra che parlava, invece, dice che non è che stanno litigando, stanno discutendo delle cose che bisogna fare per stare bene tutti quanti, e che questa è la politica. Allora io chiedo: scusate, ma non state d'accordo tra voi qua sopra? Lei fa la faccia di quando ti metti in bocca una nocella e scopri che è amara e poi dice che ci sono delle divisioni, delle correnti… A questo punto quella che prima scriveva le dà di gomito, come per dire che ha parlato troppo, poi si gira verso mia mamma e la avverte che se non sa scrivere il suo nome può fare una croce, tanto ci stanno loro due come testimoni. Mia mamma Antonietta si fa rossa e senza alzare gli occhi dal foglio disegna una x, un poco storta. Io, dopo che ho sentito questo fatto delle correnti, mi piglio paura, perché, come dice sempre la Zandragliona, sono le correnti d'aria che fanno venire il catarro e mi hanno detto che i bambini malati non li fanno partire più. Che poi non è giusto: sono proprio quelli malati che devono andare a farsi curare, o no? Perché è facile fare la solidarietà con quelli sani, come giustamente direbbe la Pachiochia, che, a parte i baffi e le gengive marroni, sotto sotto è una brava femmina pure lei e ogni tanto una lira me la regala pure. 

Viola Ardone  Il treno dei bambini


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