«La coscienza - afferma il filosofo americano John Searle - consiste in una serie di stati e processi soggettivi. Essi sono stati di consapevolezza di sé, interiori, qualitativi e individuali. La coscienza è allora quella cosa che comincia ad apparire al mattino, quando dallo stato di sogno e di sonno passiamo allo stato di veglia e permane per tutta la durata del giorno fino a sera, quando, tornando a dormire, diventiamo incoscienti. Questo è per me il significato del termine "coscienza"».
Ma quanti sono i momenti in cui ci rendiamo conto davvero di esserci, quante volte nel corso della veglia siamo pienamente presenti a noi stessi? Se esistono più livelli di coscienza, quello che ci accompagna prevalentemente, nelle nostre spesso miserevoli faccende quotidiane, potremmo definirlo 'livello della coscienza distratta' o 'livello della coscienza indaffarata', un livello paradossale in cui la coscienza risulta inconsapevolmente presente a se stessa o consapevolmente poco o per nulla presente a se stessa.
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