Annotazioni, spunti, frammenti, giochi... per riappropriarsi del gesto di scrivere, per aprirsi alla plasticità della parola, per rendere la mente più attiva e creativa.
giovedì 5 marzo 2015
L'Eterno Ritorno dell'Uguale
"Il mito dell’eterno ritorno afferma, per negazione, che la vita che scompare una volta per sempre, che non ritorna, è simile a un ombra, è priva di peso, è morta già in precedenza, e che, sia stata essa terribile, bella o splendida, quel terrore, quello splendore, quella bellezza non significano nulla. Non occorre tenerne conto, come di una guerra fra due stati africani del quattordicesimo secolo che non ha cambiato nulla sulla faccia della terra, benché trecentomila negri vi abbiano trovato la morte fra torture indicibili.
E anche in questa guerra fra due stati africani del quattordicesimo secolo, cambierà qualcosa se si ripeterà innumerevoli volte nell’eterno ritorno?
Si qualcosa cambierà: essa diventerà un blocco che svetta e perdura, e la sua stupidità non avrà rimedio.
Se la rivoluzione francese dovesse ripetersi all’infinito, la storiografia francese sarebbe meno orgogliosa di Robespierre. Dal momento, però, che parla di qualcosa che non ritorna, gli anni di sangue si sono trasformati in semplici parole, in teorie, in discussioni, sono diventati più leggeri delle piume, non incutono paura. C’è un'enorme differenza tra un Robespierre che si è presentato una sola volta nella storia e un Robespierre che torna eternamente a tagliare la testa ai francesi.
... la profonda perversione morale che appartiene a un mondo simile fondato essenzialmente sull’inesistenza del ritorno
... in un mondo simile tutto è già perdonato e quindi tutto è cinicamente permesso.
Nel mondo dell’eterno ritorno, su ogni gesto grava il peso di una insostenibile responsabilità. Ecco perché Nietzsche chiamava l’idea dell’eterno ritorno il fardello più pesante."
M. Kundera - L'insostenibile leggerezza dell'essere
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