mercoledì 1 aprile 2015

Melanconia


"Come avrebbe desiderato Robert Burton, l'"Anatomia della malinconia" è divenuta più celebre del suo stesso autore"
                                                                                               Alberto Manguel


Nell'epilogo della prima delle edizioni di quest'opera figura il nome dell'autore, poi non più. Burton firma la sua opera con uno pseudonimo: "Democritus junior".

Democrito, che secondo la tradizione si accecò per 'vedere meglio', così viene descritto da Burton: "un vecchietto malaticcio, di natura molto malinconica". Consapevole della grandezza del pensiero di Democrito, Burton si diminuisce definendosi 'junior'.

Burton persegue l'anonimato, perché ritiene la creazione più importante del creatore. Il contenuto della sua creazione ha una portata universale, abbraccia campi di conoscenza variegati, si mostra attraverso molteplici manifestazioni. Scrive Burton: "La Torre di Babele non ha cagionato una confusione di lingue simile alla varietà dei sintomi provocata dal Caos della Malinconia".

In 'Come vi piace' Shakespeare conferma la visione di Burton elencando le diverse forme attraverso le quali si manifesta la malinconia: "Io non ho la malinconia dell'intellettuale, che è invidia, né quella del musicista, che è delirio, né quella del cortigiano, che è superbia, né quella del soldato, che è ambizione, né quella dell’uomo di legge, che è opportunismo; né quella della donna, che è civetteria, né quella dell’innamorato, che è la somma di tutte le altre: è una malinconia tutta mia, amalgama di una infinità di elementi, distillati da tante cose.".

Immenso il campo della malinconia!
Molteplici i suoi stati mimetici!

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