Annotazioni, spunti, frammenti, giochi... per riappropriarsi del gesto di scrivere, per aprirsi alla plasticità della parola, per rendere la mente più attiva e creativa.
venerdì 18 dicembre 2015
... e tutto, improvvisamente, crolla
“L'elemento che forse più colpisce il lettore moderno di Machiavelli è la relazione indissolubile che egli istituisce tra politica e vita...
Tra potere e vita non si dà mai distanza assoluta, scarto radicale. Come non esiste vita priva di una qualche configurazione politica, così non esiste un potere talmente assoluto da rapportarsi alla vita solamente dall'alto e dall' esterno.
Per fornirne una esemplificazione testuale, si prendano le famose pagine del VII capitolo del ‘Principe’, dedicato alle vicende di Cesare Borgia. Esso si apre, come diversi altri brani machiavelliani, su una doppia possibilità alternativa - quella tra coloro che acquistano il dominio di un dato territorio per virtù e coloro che lo acquisiscono per fortuna.
Machiavelli, come è caratteristico del suo metodo, tende a intrecciare tra loro le due tipologie.
Il caso di Cesare Borgia, infatti, per quanto riconducibile all'ambito della fortuna per il ruolo giocato dal padre, il papa Alessandro VI, vede il Valentino mettere in campo una straordinaria virtù politica, naturalmente nel senso laico e spregiudicato che Machiavelli conferiva a questa parola.
Cesare fece tutto ciò che dipendeva da lui per fondare e consolidare il proprio potere - un insieme di decisioni politiche, di opzioni strategiche, di azioni energiche quanto delittuose. E tuttavia ciò non gli bastò.
Giunto all'apice del successo, egli è colpito, e distrutto, da quella stessa contingenza che ne aveva favorito la crescita impetuosa. Ma l' elemento che in questo caso appare ancora più nuovo, rispetto a ricostruzioni più classiche, è il fatto che gli eventi che mutano catastroficamente i rapporti di forza a sfavore del Valentino si riferiscano soprattutto alla sfera della vita biologica e del suo rovescio mortale.
A far perdere Cesare Borgia, nonostante la sua straordinaria virtù politica, è prima la morte del padre e poi la sua stessa malattia. In tutta la seconda parte del capitolo Machiavelli insiste con la massima intensità su questo scenario…”
Roberto Esposito - Repubblica 10 dicembre 2013
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