Il piacere della lista: 10 film del cuore per 200 personaggi
Dall’elenco della spesa a quello di Schindler: nel nostro mondo tutto è lista. Passa di lì la vita banale di ogni giorno e il confine tra sopravvivenza e morte. «La lista è un bene assoluto, la lista è vita. Tutt’intorno, ai suoi margini, c’è l’abisso», diceva nel film di Spielberg l’imprenditore tedesco che salvò dall’abominio nazista oltre mille ebrei. E in questo libro l’autore, Severino Salvemini, economista bocconiano con la passione della scrittura vista come ancora di salvezza dal predominio nella sua vita della «scienza triste»…
Ne “La vertigine della lista” di Umberto Eco, il saggio del 2013 la cui tesi era che abbiamo bisogno di fare liste di tutto perché «non vogliamo morire», si cita il Don Giovanni di Mozart che, come declama Leporello, «delle vecchie fa conquista/ pel piacer di porle in lista».
… dal Settecento a oggi, tempo di Internet e social, in cui basta sciorinare le dieci spiagge più belle del mondo o i dieci modi sicuri per far passare il mal di testa se si vuol essere sicuramente premiati dai clic di milioni di utenti, nulla è cambiato: l’attrazione della lista è connaturata all’uomo.
L’hanno capito gli oltre duecento «personaggi famosi» che hanno deciso di rinunciare a facili snobismi per rispondere alla domanda di Salvemini su quali siano i dieci film più importanti della loro vita, permettendogli così di realizzare questo Una vita in dieci film (Castelvecchi Editore).
L’autore aveva già rivolto la stessa domanda in passato sui brani musicali e attualmente la sta facendo sui libri (romanzi o saggi che siano) per «7», il magazine del «Corriere» dove ogni settimana le scelte vengono pubblicate nella rubrica Booklist. Le liste dei film apparvero invece su «Robinson» e poi sul sito di «Repubblica», su iniziativa del vicedirettore Angelo Aquaro da poco scomparso, sempre attento alle novità: questo libro (a lui dedicato) sicuramente lo avrebbe tenuto sul comodino...
Interessante è vedere come ricorrano nei primi posti dei duecento e più interrogati le opere di due maestri assoluti come Stanley Kubrick e Federico Fellini. Indicati da chi ha ricordi di celluloide più in bianco e nero che a colori, ma anche da giovani e molto giovani. Stupisce poi la presenza costante di un regista tutto sommato non così noto ai più come Peter Weir, citato per Truman Show, L’attimo fuggente, ma anche per Picnic ad Hanging Rock…
Enrico Caiano
Corriere della Sera, 4 Novembre 2019
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