venerdì 31 maggio 2024

Anima e corpo secondo Omero

Omero ha una quantità di espressioni per le singole funzioni psichiche, ma non dispone di un termine che indichi l’unità di queste funzioni 

Funzioni psichiche come il sentimento e il pensiero, che Platone considera come proprie dell’anima, Omero le connette al cuore e al diaframma, le connette quindi al corpo vivente.


Omero intende Il corpo vivente non come qualcosa di unitario, ma come un insieme di possibilità.


Un corpo vivente è il piede che sferra il calcio, la mano che afferra l’arco, le gambe che corrono lontano dal campo di battaglia…


Prerogativa del corpo vivente è quella di essere un corpo in situazione.


Le mani di Ulisse che impugnano l’arco e uccidono i Proci non sono l’espressione, tradotta in azione vendicativa, della sua collera, come se il corpo fosse strumento dell’anima. Le mani di Ulisse che uccidono i Proci sono la sua collera.


Il corpo vivo è come un arco in tensione. Se si creano determinate situazioni, vibra e produce azioni nel mondo circostante.


A seconda, dunque, delle funzioni e delle possibilità che entrano in scena, Omero muta le parole per indicare il corpo (non esiste in Omero una parola unitaria per indicare il corpo vivente).


Esiste, invece, in Omero, una parola unitaria per indicare il corpo senza vita (soma).

Soma è il corpo inteso come insieme di membra che hanno perduto le loro funzioni e quindi, insieme ad esse, la possibilità di esprimere un’azione nel mondo.


Anche la parola psychè, quando ricorre, come soma, è utilizzata da Omero in riferimento a un corpo senza vita o a un corpo che sta per perdere la vita


Quando si esala l’ultimo respiro (psychè etimologicamente significa ‘respiro’), psychè esce dal corpo e se ne va nell'Ade, dove vi rimane come vana ombra.


L’anima senza corpo è solo un’ombra, un fantasma (eidolon), un’immagine inconsistente come quella di un sogno

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