domenica 7 luglio 2024

Migliori per caso

Per Jean Baptiste Lamarck (1809) l'adattamento è, con la spinta alla complessità crescente, una delle due grandi forze evolutive in biologia. Per Il naturalista francese, infatti, gli organismi si adattano rispondendo direttamente ai mutati stimoli ambientali: le giraffe tendono ad allungare il proprio collo per raggiungere le foglie di alberi divenuti più alti. E trasmettono poi ai figli il risultato dello sforzo, ovvero il carattere acquisito. 

Per Darwin (1859) l'adattamento è sì il frutto di un processo meccanicistico, ma molto più complesso di quello lamarckiano. Un processo probabilistico e locale. Nella teoria della selezione naturale, infatti, il cambiamento evolutivo è il frutto di una competizione tra organismi per il successo riproduttivo: questo conduce a un maggiore adattamento non dei singoli individui, ma delle loro popolazioni. Nell'ambiente che cambia gli individui che, per caso, hanno caratteristiche più vantaggiose hanno una maggiore probabilità di riprodursi. E quindi di trasmettere le loro caratteristiche favorevoli alle generazioni future.

Se gli alberi diventano più alti a causa di mutamenti ecologici, le Giraffe non tendono ad allungare il collo e a trasmettere il carattere “collo allungato” alla prole. È una mano cieca ed efficace, la selezione naturale, che tende a premiare gli individui che, per caso, hanno un collo più alto. Queste giraffe, infatti, si ritrovano ad avere un carattere più adatto alla sopravvivenza e, quindi, tendono ad avere un maggior successo riproduttivo.

Nella visione di Darwin gli organismi più attrezzati hanno semplicemente una maggior probabilità di sopravvivere. Darwin parla, infatti, di “successo riproduttivo”, non di “sopravvivenza del più adatto”. 

Quando Darwin parla di ambiente, intende ambiente locale. E quando parla di adattamento non ne parla in termini assoluti, ma intende adattamento all'ambiente locale.

Il processo non essendo deterministico, non consente di fare previsioni sull'evoluzione degli organismi. Consente solo di spiegare, a posteriori, perché l'evoluzione ha imboccato una certa strada. Il processo non è certo teleologico: l'adattamento è locale e informato dalla storia, non tende certo a selezionare la “perfezione” ma solo organismi che, qui ed ora, rivelano un maggior successo riproduttivo.

Charles Darwin, del resto, non ha difficoltà alcuna a rilevare che l'adattamento è il principale, ma non certo l'unico motore dell'evoluzione biologica. 

Pietro Greco  Einstein e il ciabattino


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