venerdì 2 agosto 2024

Assetato di Assoluto

“Non è vero che un bambino che si è bruciato sta lontano dal fuoco. E’ attirato dal fuoco come una falena dalla luce. Sa che se si avvicina si brucerà di nuovo. E ciononostante si avvicina”.

Queste parole sono poste in epigrafe al romanzo Bambino bruciato, opera di Stig Dagerman, una delle figure-culto della letteratura svedese contemporanea. E’ la storia del ventenne Bengt, ribelle all'ipocrisia, assetato di assoluto, attratto dalla verità totale come da un fuoco a cui non riesce più a sottrarsi fino ad esserne consunto. Nel volto di Bengt si indovinano i tratti dello stesso autore che morirà suicida a soli 31 anni nel 1954. Sentimenti oscuri, turbamenti, solitudini abissali, ansia suprema di purezza travolgono questo giovane che non riesce mai a trovare calore umano. 

La stessa fidanzata Berit, “la ragazza che ha sempre freddo” le cui mani gelate lo allontanano nei momenti in cui maggiore è il bisogno di tepore spirituale, le strade innevate di Svezia, il mare verde o coperto di ghiaccio, l'oscurità nordica sono altrettanti simboli di un gelo interiore che trova come sbocco solo la via verso il fuoco di un assoluto che è anche l'impossibile. Esso è incarnato nella passione travolgente e tragica di Bengt per la matrigna che lo porterà al suicidio, fallito per il protagonista del romanzo, riuscito nella realtà di Dagerman.

Gianfranco Ravasi  Dalla terra al cielo. Mattutino


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