sabato 17 agosto 2024

Tà érga

“Lo studio del sostantivo érgon, più spesso impiegato al plurale érga, e del verbo ergazesthai, ci farà comprendere ciò che significavano per i greci lavoro e lavorare. In origine, questi termini si applicano al lavoro agricolo: tà érga sono ad un tempo i campi coltivati e gli sforzi del lavoratore. Senza dubbio, questi ultimi sono penosi, ma non hanno in sé nulla di degradante. Per le donne, gli érga sono i lavori domestici. Le ergastìne del Partenone erano delle fanciulle nobili che tessevano il vestito di Atena. Questa dea, nella sua qualità di patrona degli artigiani, portava il titolo di Ergàne. La si vede, sui vasi greci, avanzarsi, con una corona in mano, verso i buoni operai. Ciò vuol dire che gli érga non designavano soltanto i lavori della terra, ma anche quelli delle arti, della navigazione e del commercio che hanno fatto la ricchezza della Grecia. Una sola parola qualificava tutti i generi di mestieri agricoli, uomini di fatica, artigiani e negozianti, indovini, poeti o musici: demiourgoì, dove si ritrova la radice erg, e che vuol dire lavoratori al servizio del pubblico”.

P. Jaccard


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