lunedì 13 gennaio 2025

Il primo ghetto

Al rintocco della campana della ‘marangona’ ...si aprivano e poi si chiudevano (a mezzanotte) le pesanti porte di legno del Ghetto degli ebrei di Venezia, che lì avevano obbligo di dimora. La decisione presa dal Senato della Repubblica, nel 1516, stabilì dunque che questa popolazione (un intreccio di provenienze da diverse parti d'Europa, anche in seguito alla cacciata da Spagna e Portogallo nel 1492 e nel 1496) vivesse in un sestiere della città, a Cannaregio, entro un determinato luogo (un tempo caratterizzato da una fonderia “getto di rame”), tenuto sotto controllo anche di notte, con barche preposte alla ronda. Fu solo con l’avvento di Napoleone in città che quelle porte non si richiusero più.

Dunque fu Venezia a istituire il primo ghetto della storia in Europa. Via via nei secoli ne sarebbero seguiti altri (Francoforte, Roma, Cracovia, Praga, quest’ultimo ribattezzato Josefov in onore dell’imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena che, nel 1784, concesse agli ebrei alcuni diritti). Fino ad arrivare alla mostruosità di quello di Varsavia fondato nel 1940 dai nazisti (400 mila ebrei ammassati in meno di due chilometri quadrati) e che preludeva alla deportazione nei campi di concentramento in vista dello sterminio. Quest’ultima degenerazione sacrificale del significato di ghetto ci spinge ad andare a ritroso nella storia, a riportarci a Venezia, per capire la nascita e il significato sociale di questo confinamento urbano (vero e proprio perimetro di separazione dall’altro corpus della città), che il governo della Serenissima decretò politicamente necessario...

Francesca Pini

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