martedì 11 giugno 2024

Didattica della risata

Se il senso dell'umorismo, come le altre qualità positive dell'uomo, non è un dono gratuito, ma un oggetto di conquista e di crescita, la scuola deve, in misura e modi opportuni, uscire dalla sua indifferenza verso questa componente formativa e chiedersi se il riso possa trovare una qualche collocazione, in forma propriamente mirata, nei processi didattici della scuola.

Il problema richiama alla mente il noto aforisma di Jacques Maritain: “Non tutto può essere appreso, non tutto può essere insegnato”. 

L'umorismo in effetti non è un deposito culturale dell'insegnante, non è un una scienza posseduta. L’averne il gusto e saperlo produrre non è  questione di tecnica ma di personalità. Solo chi abbia in sé incrementata questa attitudine può esserne maestro. 

L'educatore può “insegnare” umorismo sia fornendo occasionalmente esempi di buona qualità, sia dando rinforzi positivi alle produzioni umoristiche degli alunni. Finora la scuola ha riservato all'umorismo un ruolo prettamente ricreativo, collocandolo tra robuste parentesi per evitare deleterie contaminazioni con i propri impegni culturali. Si tratta di scoprire la possibile valenza positiva di questa contaminazione, accogliendo l'umorismo come una componente della didattica.


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