La nostra storia diventa la storia di Francia con l'arrivo di una donna.
Clodoveo, re dei Franchi Salii, che hanno conquistato buona parte del nord della Gallia manda a prendere a Ginevra Clotilde, nipote di Gondebaldo, re dei Burgundi, per farne la sua sposa.
Goldebaldo regnava sulla Burgundia, l'attuale Borgogna
Quando si studia la storia dell'Occidente, ci si stupisce nel vedere quanto essa sia stata maschile fino a questo V secolo. Quante donne si potrebbero citare nel corso dei secoli di esistenza e di dominio di Roma? È rimasto, è vero, il nome di Agrippina, la madre di Nerone, ma lo dobbiamo più a Racine che a Tacito. Numerose monete portano l'effigie di Faustina, Ma che cosa sappiamo di lei? I manuali di storia romana, per quanto fossero prolissi sulla civiltà antica, citavano quasi soltanto questa imperatrice che si riduce a un profilo di medaglia.
Con Clotilde, la presenza della donna si fa evidente e la sua influenza diventa certa.
Tutti gli storici hanno messo in rilievo il ruolo fondamentale da lei avuto nell'ottenere dal marito pagano la conversione alla fede cristiana.
Il potere laico, quello dell'imperatore romano, forza militare o amministrazione civile, si è sfasciato ed è crollato nel corso di quel V secolo.
Facendosi battezzare, Clodoveo si è conciliato i vescovi della Gallia e, attraverso loro, l'insieme di un popolo la cui evangelizzazione era stata compiuta già nel secolo precedente.
È importante precisare che Clotilde è cattolica: anche i re “barbarici” che hanno sottomesso i diversi territori della Francia occidentale sono cristiani, sia che si tratti dei Visigoti insediati a sud della Loira, sia che si tratti dei Burgundi, ma sono ariani, quindi eretici.
Una volta convertito, Clodoveo non tarda a scegliere come luogo di residenza preferita l'antica Lutezia, la città dei Parisii. A Parigi vive da tempo una vera e propria celebrità, la Vergine di Nanterre, Genoveffa. Nata verso il 422, Genoveffa ha quasi settant’anni al momento in cui Clotilde sposa Clodoveo, ma morirà soltanto un anno dopo lo stesso Clodoveo, il 3 gennaio 512 all'età di ottantanove anni.
Era l'anno 451 - Genoveffa aveva ventotto anni - la popolazione di Parigi, terrorizzata all'approssimarsi degli Unni, si preparava ad abbandonare la città. Gli Unni sono degli invasori terrificanti, fanno parte di quei Mongoli contro cui i cinesi hanno edificato la Grande Muraglia; davanti a loro era fuggita la maggior parte di quei “popoli barbarici” che nel V secolo erano disseminati su tutto il territorio francese e il loro vasto movimento migratorio si attribuisce proprio alla spinta dei Mongoli.
Gli Unni dunque, al seguito di Attila, si dirigevano verso Parigi, dopo aver bruciato, il 10 aprile precedente, vigilia di Pasqua, la città di Metz. Genoveffa esorta la popolazione a non fuggire, promettendo a tutti che gli Unni non sarebbero entrati nella loro città… gli avvenimenti le danno ragione. Gli Unni, respinti di fronte ad Orléans e di fronte a Troyes sono definitivamente sconfitti nella famosa battaglia del Campus Mauriaci (probabilmente Méry-sur-Seine).
Da quel momento, in tutto il mondo conosciuto, si parla di Genoveffa… Perfino in Siria: si sa con certezza che Simeone Stilita, l'eremita che stava su una colonna, ha incaricato dei mercanti siriani di salutare per lui la vergine Genoveffa quando fossero giunti a Parigi.
Régine Pernoud La donna al tempo delle cattedrali
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