A guardarlo sulla carta geografica il “terzo dito” della Calcidica sembra dietro l’angolo, ma in realtà arrivarci è complicato… Anzitutto serve il visto speciale del patriarcato ortodosso… E poi in mancanza di collegamenti stradali questa piccola arcadia teocratica dominata dal Monte Athos si raggiunge soltanto dal mare. Ci si imbarca a Ouranoupolis, ci vuole un’ora fino al porticciolo di Dafni…
Gli unici luoghi per passare la notte sono i monasteri… ce ne sono venti, per la maggior parte risalenti al medioevo… Arrivando dal mare fanno impressione, più che monasteri sembrano fortezze. Bastioni, cupole, torrioni ed edifici fatti per ospitare centinaia di monaci, incluse casette o capanne isolate sulle montagne le skete, costruite da singoli asceti o minuscole fraternità. Ciascun monastero è una cittadella autonoma, dove si vive di quel che danno la terra e il mare…
Athos era un gigante, la montagna che porta il suo nome non è altro che l’enorme masso da lui scagliato contro gli dei durante la gigantomachia. Alessandro Magno ebbe paura di costrurci una città, preferì non sfidare il sacro. E fu solo nel 963 d.C. che Atanasio, un greco di Trebisonda, iniziò a edificare il monastero che sarebbe servito da modello per tutti gli altri, il Megisti Lavra.
L’ideale athonita era di conciliare la preghiera con il lavoro nei campi, secondo una Regola concepita in base all’esperienza dei Padri del deserto e dei cenobi benedettini di Subiaco e Montecassino. Fu una fioritura spirituale durante tutto il medioevo. Fino a quando, caduta Costantinopoli, l’Athos non finì sotto Il giogo ottomano per risorgere soltanto ai primi del Novecento. Dopo di allora sono stati soprattutto Robert Byron, Patrick Leigh Fermor e Bruce Chatwin a legare il proprio nome alla montagna sacra, Poiché dall'epopea byroniana l'idillio tra la Grecia e gli scrittori viaggiatori inglesi non si è più interrotto. I loro resoconti e taccuini di viaggio sembrano scritti oggi, sono in tutto e per tutto attuali. Perché a leggere i loro libri su altri luoghi del mondo ci si accorge che di quel che hanno raccontato non resta quasi nulla, e si può pure togliere il “quasi”; e invece tutto quel che hanno scritto sull’Athos resta, nel senso che oggi andrebbe riscritto uguale…
A proposito di medioevo, l’ingresso alle donne continua ad essere vietato su tutto il territorio dell’Athos, secondo la tradizione, in segno di devozione per la Vergine Maria cui la montagna è consacrata in via esclusiva dal tempo del suo naufragio insieme all’apostolo Giovanni…
Fernando Gentilini - 26 luglio 2024 La Repubblica
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