“L'adolescenza è la fase di passaggio che divide l'infanzia dall'età adulta e ha come momento centrale la pubertà. A dire il vero, i suoi confini sono piuttosto vaghi.
L'adolescenza è come una seconda nascita che si realizzerà in tappe progressive. E’ necessario abbandonare a poco a poco la protezione familiare. Lasciare l'infanzia, cancellare il bambino che è in noi, è una mutazione.
Talvolta si ha l'impressione di morire. è una mutazione veloce, in alcuni casi troppo veloce. La natura lavora secondo ritmi propri. Bisogna sopravvivere e non sempre si è preparati. Si sa che cosa muore, ma ancora non si vede verso che cosa si sta procedendo. Qualcosa si è incrinato, ma non si sa bene né come né perché. Nulla è più come prima, ma si tratta di uno stato davvero indefinibile.
Considerata l'incredibile evoluzione che si produce in noi, avremmo bisogno di avvertire l'interesse dell'ambiente familiare, ma quando questo interesse si manifesta può trattenerci nell'infanzia o, al contrario, spingerci troppo in fretta a diventare adulti. In entrambi i casi ci si sente “bloccati” da questa attenzione, mentre si sarebbe voluto un aiuto.
Si vorrebbe parlare da adulti, ma non se ne hanno ancora i mezzi. Si vorrebbe prendere la parola ed essere ascoltati con attenzione. Quando però ci è permesso parlare, troppo spesso serve a farci giudicare ma non a farci capire. Ci si fa strada con le parole e ci si ritrova in trappola.
Quando i gamberi cambiano il guscio, per prima cosa perdono quello vecchio restando senza difesa durante il tempo necessario per fabbricarne uno nuovo. Ed è proprio in questo periodo che sono esposti a un grave pericolo. Per gli adolescenti è un po' la stessa cosa. E fabbricarsi un nuovo guscio costa tante lacrime e tante fatiche che è un po' come se lo si “trasudasse”. Nei paraggi di un gambero indifeso c'è sempre un congro (un crostaceo simile al granchio, che mangia gamberi) in agguato, pronto a divorarlo. L'adolescenza è il dramma del Gambero! Il nostro congro è tutto quanto ci minaccia, dentro e fuori di noi, e a cui spesso non pensiamo.
Il congro è forse il bambino che siamo stati, che non vuole uscire di scena e che ha paura di perdere la protezione dei genitori. Ci trattiene nell'infanzia e impedisce di nascere all'adulto che saremo. Il congro in noi è anche quel bambino collerico che crede che si diventi adulti litigando con gli adulti. Il congro, ancora, è forse nascosto in quegli adulti pericolosi, persino profittatori, che girano attorno agli adolescenti perché intuiscono che sono vulnerabili. I genitori sono consapevoli dell'esistenza di persone del genere e che il pericolo incombe su di noi. Spesso hanno ragione quando ci invitano a essere prudenti, anche se è difficile accettare tale consiglio.
L'adolescenza è anche un movimento ricco di forza, di promesse e di vita: uno sbocciare. Questa forza è molto importante, è l'energia stessa di questa trasformazione. Come germogli che spuntano dalla terra, si ha bisogno di uscire. Forse per questo la parola uscire è così importante. Uscire è abbandonare il vecchio bozzolo ormai divenuto soffocante, è anche avere un legame d'amore. È un termine chiave che traduce bene il grande movimento che ci coinvolge.
In gruppo ci si sente bene, si hanno gli stessi riferimenti, un linguaggio codificato che permette di non utilizzare quello degli adulti.
Nessun adolescente è senza problemi, senza sofferenza; forse è il periodo più ricco di dolore della vita, ma anche quello delle gioie più intense. Il guaio è che si desidera fuggire tutto ciò che si presenta difficile. Fuggire fuori da sé gettandosi in avventure dubbie o pericolose, trascinati da persone che conoscono la fragilità degli adolescenti. Fuggire dentro di sé, chiudersi dentro un guscio fasullo.
L'adolescenza è sempre difficile, ma, se i genitori e i figli hanno fiducia nella vita, tutto va sempre a posto”.
François Dolto
Nessun commento:
Posta un commento